Le prime testimonianze certe sulla presenza di insediamenti umani nel territorio di Calanna vanno fatte risalire all’età del ferro. Nel 1953 è stata infatti scoperta in Contrada Ronzo, durante gli scavi per l’apertura di una strada, una Necropoli preellenica costituita da tombe a forno e a grotticella, databile sulla base dei corredi funebri in ceramica e bronzo rinvenuti (visitabili nel Museo Nazionale di Reggio Calabria) tra il X e il IX secolo a.C. Per un lungo periodo sembra che il territorio probabilmente rimase disabitato, non si sa per quali cause, ma sono state rinvenute testimonianze successive, d’epoca basiliana, bizantina e normanna.

I Monasteri ormai scomparsi di S. Febronia (monastero femminile) e S. Martino (convento) erano importanti testimonianze basiliane: essi sorgevano poco distanti da Milanesi, una delle frazioni del Comune, e la scarsa attenzione che in epoche passate si dava alle testimonianze storiche non ha permesso l’individuazione e quasi certamente la conservazione delle strutture. All’epoca bizantina invece sono databili alcuni oggetti rinvenuti in Contrada Marchese, in cui sono stati individuati i resti di una necropoli (forse a carattere militare). Il territorio impervio e soggetto a frane ed erosioni non permette qui la precisa localizzazione del sito.

Resti non ben determinati di una fortificazione tardo-romana o bizantina (quasi sicuramente bizantina) sono stati rinvenuti anche in località Imperio Superiore, a Villamesa, la più popolata delle frazioni del Comune di Calanna: ad un’altitudine di circa 600 metri slm si trovano ancora i resti di muri a secco, facenti probabilmente parte di una struttura difensiva, comunemente associata al nome di “castello vecchio”.

Sui probabili resti di una costruzione bizantina, è stato poi ampliato e riedificato in età normanna (periodo incerto ma databile intorno al 1200) il tracciato esterno di una imponente struttura difensiva, che dominava incontrastata tutto il territorio della Vallata del Gallico e lo Stretto di Messina: il sito archeologico conosciuto meglio come Castello Normanno. Attualmente, restano un lungo tratto di cinta muraria sul versante nord (circa 60 metri), e tutta una serie di resti murari disseminati in tutto il pianoro, alla cui base si è sviluppato il centro abitato di Calanna, sede amministrativa del Comune nonché centro storico.

La sua posizione strategica rende Calanna un importante caposaldo difensivo, il cui territorio fu soggetto nei vari secoli a continue invasioni e cambi di potere. Capoluogo di Baronia, alla fine del 1200 era dei Sanseverino Conti di Mileto, poi dei Ruffo Conti di Sinopoli. Passò ai Carafa fino alla fine del secolo XVI, poi ai De Francesco ed infine ai Ruffo di Scilla. Compare nell’ordinamento amministrativo del Generale Championnet nel 1799 con il nome di Calandra, incluso nel Dipartimento della Sagra nel Cantone di Roccella. Nel 1807 per la legge francese (le leggi bonapartiste sull’eversione della feudalità, e la ristrutturazione amministrativa operata da Gioacchino Murat) diviene luogo del Governo di Catona, e nel 1811 Comune autonomo e Capoluogo di Circondario.

Il Comune confinante di Laganadi, che si incontra salendo verso l’Aspromonte, percorrendo la SS184 da Gallico, ebbe probabilmente origine dagli abitanti di Calanna, continuamente costretti a cercare riparo sempre più in alto verso il territorio aspromontano durante le invasioni (soprattutto quelle saracene) e i conseguenti saccheggi.

Frammenti di antiche sculture, una campana del XV secolo, capitelli e resti di colonne di origine bizantina o pre-normanna sono presenti nella chiesa Maria SS. del Rosario a Calanna.

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